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Le bellezze del Salento a Nardò e dintorni

Nardò

La cittadina di Nardò ci attende per conquistarci con le sue origini antichissime risalenti alla preistoria e tutte le fasi storiche successive che la caratterizzano culturalmente e sono visibili nella ricca architettura.

Possiamo iniziare ammirando Piazza Salandra, che risalente al XIV secolo,  presenta monumenti di grande importanza storica e architettonica. Era la vecchia “piazza municipale”, ha cambiato volto nel corso della storia, ma è tuttora il cuore della città, con una cornice di eccezionale bellezza rappresentata dalle Chiese di San Trifone e di San Domenico, dal Palazzo del Sedile, dal Palazzo dell’Università e dalla Fontana del Toro.

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Piazza Salandra Nardò

Il Tempio de L’Osanna risale al 1603 quando fu edificato dai Sindaci Teotino e Dimitri ed è un importante testimonianza dell’Epoca Barocca. Inizialmente veniva utilizzato per la benedizione nella Domenica delle Palme. La sua particolare pianta ottagonale con otto colonne e la sua cupola con otto guglie ricordano il periodo gotico.

Il Palazzo del Sedile risale al XV secolo, era sede del governo civico ed è testimonianza diretta del dominio della famiglia Acquaviva sulla città di Nardò iniziato nel feudalesimo e fino al 1806. La struttura principale è semplice con arcate di carattere rinascimentale, in seguito, verso la fine del XVII secolo vennero aggiunte le statue in stile barocco di  san Michele Arcangelo, san Gregorio Armeno e sant’Antonio da Padova, i patroni della città.

Non si può visitare Nardò senza ammirare la Cattedrale di Santa Maria, che sorge sugli antichi resti di una chiesa risalente al VII secolo.  Fu il normanno Goffredo a ricostruire una nuova chiesa nel 1080 che venne dedicata all’Assunta dal papa Urbano II.  Nel corso della storia la cattedrale ha subito modifiche sostanziali, ma possiamo ancora ammirare la struttura della basilica con tre navate,  due ordini di archi e gli altari barocchi.  Anche i bellissimi affreschi sono testimonianza di diverse epoche  con La Madonna delle Grazie del 1249 (importante opera di Baiulardo), San Nicola del XIV secolo, Sant’Agostino del XV secolo, e la Vergine con Bambino risalente al 1511.

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Cattedrale di Santa Maria Nardò

Gallipoli

Anche la città di Gallipoli ha origini antichissime e, occupando un punto strategico sulla costa, ha dovuto  affrontare numerose battaglie e invasioni. Pare che il caratteristico intreccio di stradine nel centro storico sia dovuto ad una strategia di difesa  contro i nemici e la necessità di costruire all’interno delle mura antiche.

Molto bella la Cattedrale di Sant’Agata, dedicata alla patrona della città, è chiamata anche Duomo di Gallipoli. Risale al periodo barocco del XVII secolo,  ed è uno dei più importanti monumenti del Salento.  Ha una pianta a croce latina e tre navate con altari barocchi di grande importanza artistica. Le nicchie ospitano le statue in pietra di Sant’Agata, San Fausto, San Sebastiano, Santa Marina, Santa Teresa d’Avila. La cattedrale funge anche da importante pinacoteca con le numerose tele che ospita al suo interno. Per la sua valenza storica ed artistica, la cattedrale è stata nominata monumento nazionale nel 1940 con Regio decreto del re Vittorio Emanuele III.

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Cattedrale di Sant’Agata Gallipoli

Davvero suggestivo l’imponente Castello Angioino. Risale all’XI secolo circa e fu costruito su precedenti mura romane. Ricostruito ancora nel XIII secolo. La costruzione si sporge sul mare rimanendo circondata quasi completamente dall’acqua per un effetto mozzafiato.   A protezione della città di Gallipoli, il castello è dotato di tre torrioni circolari e di una torre poligonale.  All’interno della torre possiamo ammirare le catapulte e i cannoni. Il castello è collegato alla terraferma da un ponte di pietra, ma è ancora presente il vecchio ponte levatoio in legno.

Il frantoio del Viceré è una recente scoperta del 2002, ritrovato nel sottosuolo, ristrutturato e poi aperto al pubblico nel 2013. Sotto la città di Gallipoli ci sono 35 frantoi e circa 2000 cisterne per la raccolta dell’olio. Questo dà l’idea dell’importanza dell’olio nella storia e nell’economia di  questa regione, tanto da essere chiamato Oro Verde.


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