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Dall’amatriciana alla trippa, i piatti storici della cucina laziale

Pasta all’amatriciana

Originaria del piccolo paese di Amatrice in provincia di Rieti è uno dei piatti principali della cucina laziale. La ricetta originale prevede l’utilizzo di spaghetti, ma sono ammessi anche bucatini o rigatoni. Il sugo è inconfondibile, preparato con guanciale, pecorino, pomodoro san Marzano, olio di oliva, vino bianco, un pizzico di peperoncino. Il guanciale a dadini si lascia soffriggere in padella con il peperoncino, quindi si toglie dalla padella dove viene preparato il sugo, e solo a fine cottura si inserisce di nuovo il guanciale. Una volta condita la pasta si spolvera di pecorino di Amatrice.

Pasta all’amatriciana foto ricettefoxlife

Pasta alla Gricia

Anche questo piatto nasce ad Amatrice molti anni prima del sugo all’amatriciana, quando ancora il pomodoro non si era diffuso in Europa. Infatti gli ingredienti sono molto simili, tanto che la pasta alla Gricia viene chiamata anche amatriciana in bianco. Era un piatto povero, preparato dai pastori nelle lunghe giornate al pascolo. Si prepara con guanciale, pecorino, pepe nero e strutto. Anche in questo caso il condimento si sposa meglio con gli spaghetti o i bucatini.

Pasta alla carbonara

La pasta alla carbonara è un piatto tipico di Roma. La sua origine non è chiara, è certo che la ricetta ha iniziato a diffondersi solo nel dopoguerra. Tra le tante ipotesi si pensa che la ricetta sia una rielaborazione della pasta cacio e uova, usata dai carbonari del Lazio e dell’Abruzzo. Gli ingredienti principali sono il guanciale, le uova, il pecorino e l’olio di oliva. Preparare un buon piatto di carbonara richiede destrezza, soprattutto al momento di mescolare la pasta e le uova sbattute con il pecorino, in modo da cuocere l’uovo formando una salsa liscia, senza grumi e perfettamente amalgamata. Il piatto si spolvera di pepe nero e altro pecorino.

Spaghetti alla carbonara foto taste

Coda alla vaccinara

La coda alla vaccinara ha origine a Roma. E’ un piatto povero in quanto veniva sfruttata la coda del bovino, dopo che le parti più pregiate erano state vendute. La carne si taglia a pezzi e si lascia soffriggere con il lardo, quindi si aggiunge la cipolla e si sfuma con vino bianco. Infine si aggiungono i pomodori. Una perfetta coda alla vaccinara può richiedere anche tre ore di cottura.

In alcune versioni, per accompagnare la carne si prepara una salsa con un po’ del sugo di cottura, il sedano lessato, uvetta, pinoli e cacao amaro. Con la salsa di cottura si preparano i rigatoni alla vaccinara.

Trippa alla romana

Anche la trippa nasce come piatto povero in quanto fa parte delle frattaglie rimaste dopo la vendita dei tagli migliori di carne. Per questa ricetta si prepara un bel soffritto di cipolla, sedano e carota, quindi si aggiungono il guanciale a dadini e la trippa. Negli ultimi minuti di cottura si aggiungono alcune foglioline di menta, infine si spolvera con il pecorino romano.


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